Essere felici. Un’espressione che usiamo spesso, perché, per noi che abbiamo tutto il necessario dalla vita, e soprattutto il di più, è diventata quasi scontata.
Ma anche più scontato è diventato il lamentarsi. Perché non si è mai contenti, perché ciò che per noi dovrebbe essere ogni giorno motivo di gioia , la vita spesso ci lascia indifferenti, perché capita di veder scorrere ciò che ci accade dal di fuori, perché in ogni prova vediamo una sciagura, un ostacolo insormontabile, un motivo di abbattimento.
E ci sono invece persone che riescono a cogliere i lati positivi anche nelle difficoltà, che dopo ogni caduta trovano lo stimolo per rialzarsi e ripartire, persone che ogni giorno sono messe alla prova e trovano persino la forza di consolare gli latri.
Domenica 9 marzo ho avuto una grande lezione da chi non mi sarei mai aspettata. Ed è stato significativo scoprire questa forza di vivere, all’apparenza nascosta da situazioni difficili, riflessa negli occhi di chi consideravo privo di speranza. Ed è stato ancora più significativo vivere questa esperienza con il gruppo Tend, con chi percorre con me un viaggio comune.
Da Montorio siamo infatti andati al centro S. Stefano di Porta Potenza Picena.
Li avevo già conosciuti, spesso erano venuti da noi per la giornata del malato, eppure non mi ero mai fermata a parlare veramente con loro: una parola per tutti, un sorriso donato, un’attenzione in più per qualcuno. Tutti gesti importanti, ma mai tanto come regalare e regalarsi momenti di vita. spesso non si fa quello che si vorrebbe per paura di trovarsi in situazioni in cui non si sa cosa dire, perché magari ci si sente a disagio, perché ci si sente in colpa pensando di aver ricevuto quei momenti che ad altri sono stati negati. E invece così facendo si perde solo la possibilità di arricchirsi e non si scopre che Dio ha doni per tutti, che, come dice Coelho, “Dio ti dona abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice”.
Federica Moscardelli