In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
RIFLETTI
Gesù che bello vedere la Tua mamma, incinta di Te, che si alza e si mette in cammino. E’ stupendo. L’amore porta nel grembo l’Amore. Maria si alza perché sente di essere amata e desiderosa di servire amore. Non si preoccupa della lontananza, della situazione precaria che viveva, delle chiacchiere delle persone. Si alza. Non sempre. Signore, io riesco ad alzarmi. Si sta bene seduti, a guadare, a giudicare, a vedere come va a finire. È comodo stare in panchina, narcotizzati dal “pensiero unico”, ci sfamiamo di pessimismo vivendo nella diabolica convinzione “tanto non cambia niente, chi me lo fa fare!”
Maria si mette in cammino. Lascia la panchina entra in campo. Abitata dall’amore, desidera condividere l’amore. Corre, cerca, supera gli ostacoli, muove ogni passo in funzione di un incontro, di un abbraccio. “Il bambino le sussultò nel suo grembo”. L’amore diventa danza. E’ il ballo del cielo con la terra. Il bacio di Dio all’uomo.
Gesù ti prego, schiodami dalla panchina del mio io e “se mi fermo, aiutami, se sbaglio correggimi, se sono stanco, aspettami. Io mi affido a te”.