Quando venne l’ora, [Gesù] prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e fatelo passare tra voi, perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio».

RIFLETTI
Ci sei finalmente riuscito Gesù. Li hai tutti vicini. La tavola è imbandita, la festa può cominciare. Avevi “tanto desiderato mangiare questa Pasqua ”. E’ la festa dell’amore. Dio e l’uomo siedono alla stessa mensa. Celebrano le nozze. Da tanti anni, Tu, Gesù, aspettavi questo momento. Sei stato un tenace, testardo, fedele corteggiatore. Da quando Adamo aveva rotto l’alleanza, profanato l’amore, ti sei messo alla ricerca dell’uomo, e su questa mensa, oggi, Ti riveli e Ti dichiari: “Ti ho amato e dall’Egitto ti ho chiamato mio figlio. Ti ho insegnato a camminare tenendoti per mano, ti traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore; ero per te come chi solleva un bimbo alla sua guancia; mi chinavo su di te per darti da mangiare”. (Os.11,1-4). Grazie Gesù, questa Tua parola: “Mi chinavo su di te per darti da mangiare” tenera e concreta come l’amore di una mamma, si sta realizzando in questo banchetto: spezzi il pane e mi dai la Tua vita da mangiare: “Prendi e mangia questo è il io corpo; prendi e bevi questo è il mio sangue”. E’ meraviglioso Gesù! Hai raggiunto lo scopo, hai amato la sposa, le hai dato il tuo corpo, donato il tuo sangue. Grazie Gesù, mio sposo e mio amore. Tu sei la mia vita.