In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
Rifletti
Gesù anche oggi meni duro: “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?” E’ vero Gesù. Questa Tua domanda mi ha fatto ricordare un episodio che mi raccontava il vice maestro al noviziato, quando ci invitava a tenere gli occhi bassi: «Un discepolo si era macchiato di una grave colpa. Tutti gli altri reagirono con durezza condannandolo. Il maestro, invece, taceva e non reagiva. Uno dei discepoli non seppe trattenersi e sbottò: “Non si può far finta di niente dopo quello che è accaduto! Dio ci ha dato gli occhi!” Il maestro, allora, replicò: Sì, è vero, ma ci ha dato anche le palpebre!». Signore fin dall’origine, da Caino e Abele, questo piacere perverso di spalancare gli occhi sulle colpe del prossimo è una tentazione indomabile che ci lambisce spesso. Aiutami Signore a tener serrate le palpebre sugli errori altrui e a non scandalizzarmi di coloro che godono dei miei peccati. Perché come diceva Baldesar Castiglione: «Tutti di natura siamo pronti più a biasimare gli errori che a laudar le cose bene fatte». Gesù liberarmi dalla trave che condiziona il mio sguardo e aiutami a essere misericordioso con gli altri come tu sei misericordioso con me: