"Lo seguono perché conoscono la sua voce"
Griglia di riflessione (riservata alle sentinelle) guidata da P. Francesco
"In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. [2] Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. [3] Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. [4] E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. [5] Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei". [6] Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro. [7] Allora Gesù disse loro di nuovo: "In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. [8] Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. [9] Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. [10] Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza.
[11] Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. [12] Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; [13] egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. [14] Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, [15] come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. [16] E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore ( Gv10).
Iniziamo la riflessione con un testo di sant’Agostino:
Tu uomo, devi riconoscere che cosa eri, dove eri, a chi eri sottoposto: eri pecora smarrita, eri in luogo deserto e arido, ti nutrivi di spine e sterpi, eri affidato a un mercenario che al sopraggiungere del lupo non ti proteggeva. Ora invece sei stato cercato dal vero pastore che, per il Suo amore, Ti ha caricato sulle Sue spalle, Ti ha riportato all'ovile che è la casa del Signore, la Chiesa: qui Cristo è tuo pastore e qui sono riunite a dimorare insieme le pecore. Questo pastore non è come il mercenario sotto il quale stavi quando ti travagliava la tua miseria e tu dovevi temere il lupo. La misura della cura che ha di te il buon pastore te la dà il fatto che per te ha dato la Sua vita. Offrì se stesso al lupo che ti minacciava, lasciandosi uccidere per te. Ora dunque il gregge dimora sicuro nell'ovile, senza bisogno di altri che chiudano e aprano la porta del recinto: Cristo è il pastore ed è la porta, è insieme anche il pascolo e colui che lo fornisce.
La sentinella “veglia nel gruppo” come il pastore il gregge
a. Conosce la sua storia di persona amata e chiamata
- Il rapporto con Dio
- Con se stessa
- Con gli altri
b. E’ consapevole del suo compito
- Vive l’appartenenza (Non è un mercenario)
- E’ consapevole del suo servizio ( Conosce le sue pecore e cammina avanti)
- Non teme se viene il lupo ( veglia nella notte e nella precarietà)
c. Concretamente
- E’ libera nel cuore
- E’ obbediente nell’agire
- E’ creativa e speranzosa nel suo ruolo di sentinella
"Lo seguono perché conoscono la sua voce"
Griglia di riflessione per tutti guidata da P. Francesco
1. Guardo me stesso
"Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Su pascoli erbosi il Signore mi fa riposare ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Davanti a me tu prepari una mensa cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni."
a. Sono amato. Oltre ad essere una meravigliosa poesia, il salmo è, piuttosto, la rivelazione dell'amore di Dio che salva,
b. e salva nel Figlio Gesù, il quale riprendendo l'antica immagine del pastore, si identifica con esso,
c. per guidare gli uomini, a fidarsi e affidarsi, solo di Lui e di non affidare la vita a persone, che assomigliano molto a mercenari, o peggio, a ladri e assassini.
2. Lo sguardo sulla realtà: Viviamo in un mondo di mercenari
a. Il mercenario non ama vive per i soldi
b. Due conseguenze: le pecore prigioniere nell’ovile e le pecore sbandate
c. Una cultura senza verità.
d. Tutto è relativo: Il vento non è mai favorevole per chi non sa dove andare.
3. Lo sguardo proteso fuori del recinto
a. Non accontentarti dell'orizzonte della “caverna” ma cerca l'infinito che ti abita
b. Non basta essere sulla buona strada; se ci stai seduto ai margini non vi porterà mai alla meta.
c. Il pessimismo è un freno, un'evasione, quando non è un alibi della pigrizia.
d. E' l'animo che devi cambiare, non il cielo sotto cui vivi.
4. Lo sguardo sul cammino della tendopoli.
a. Dalla Tendopoli di 4 giorni alla Tendopoli della vita
b. Imparare ad ascoltare la voce che ti chiama
c. Vivere nel gruppo non da “pecore senza nome” ma da pecore che hanno un nome
d. Educarsi e trovare i mezzi per stare nella realtà
Domande di riflessione:
- Perché il pessimismo è un freno, un'evasione, quando non è un alibi della pigrizia?
- Quali sono le “caverne” che vedi in te e nelle persone che conosci.
- Che significa l’espressione “il Signore ci conosce per nome”?
- Come vivi la Tendopoli nella tua parrocchia e nel gruppo se c’è?
Tu ci hai fatti per te e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te.
(S. Agostino)