TENDOPOLI 2024: SI VENDE SPERANZA

Se io avessi una botteguccia, fatta d’una sola stanza, vorrei mettermi a vendere la speranza, perché: 

In un mondo prigioniero della paura la speranza rende liberi. La paura paralizza, la speranza costruisce il futuro. Ho sperimentato che dove non c’è speranza, non c’è neanche vita. Solo nel giardino dell’amore germoglia la speranza.  Chi spera ama e chi ama spera. Sperare significa prendere consapevolezza, nell’oggi che vivo, che Qualcuno ieri mi ha amato e si prende cura di me.  Vuol dire mettersi in “cammino verso un altrove, osare di vivere in altro modo”. (Enzo Bianchi)

 

Non è facile sperare: Scrive Christian Bobin “Spingo per le strade un carretto carico di ottimismo.
Urlo: “Speranza per tutti!”. Molti mi rispondono lanciandomi dalla finestra il contenuto del loro vaso da camera, ma serve ben di più per spegnere un carico pieno di sole”.
La speranza risorge come una fenice dalle ceneri dei sogni infranti. Ti preceda sempre e ti apre tutte le porte, soprattutto quelle delle stanze in cui la tua vita è rimasta intrappolata. La mia vita racconta che c’è sempre stato molto vento nelle vele della speranza, “anche se il timone delle scelte era instabile e l’ancora della paura era una zavorra pesante”. Tante volte ho sperimentato le parole di Lope de Vega “Con il vento la mia speranza navigava; perdonata in mare, uccisa nel porto” per questo non mi posso fermare, convinto che è meglio sperare e cadere che non sperare per non cadere. “Gli uomini legano la nave al porto, gli Dei, all’onda” (O. Wilde.) 

 

La speranza cuore della Tenda

Il racconto dell’innamoramento di Dio con il suo popolo si chiama speranza e si è realizzata nella lochescion della tenda. La speranza è germogliata, custodita e generata dentro la tenda. Il Signore creò il cielo come una tenda” (Sal. 104,2) dove collocò l’uomo. Dopo il Diluvio, con la tenda dell’arcobaleno, fece l’alleanza con il suo popolo. (Gn. 9,13). Camminò con questo popolo per quaranta anni nella “tenda nube” che di giorno riparava dal sole e di notte illuminava il sentiero. La tenda del convegno divenne il luogo della presenza di Dio, dove ci si recava per incontrare il Signore. Nella pienezza dei tempi, la speranza, divenne visibile e concreta, quando Gesù si è attendato nel grembo della vergine Maria. Da quel momento l’uomo è una tenda abitata, custode della speranza che deve fiorire. 

La tendopoli 2024, in preparazione al giubileo che ha per tema: “Pellegrini di speranza”, vuole evidenziare che “la speranza è il cuore della tenda”. Come il cuore pompa il sangue per donare la vita al corpo, la speranza è il cuore della tenda (la tenda è l’uomo che cammina), che rende possibile all’uomo di realizzarsi.  Senza speranza non c’è tenda e senza tenda non c’è speranza. La speranza tesse la tenda e la tenda rende abitabile la speranza . 

Per gli ebrei, quindi, la tenda, che significa “casa di pelle”, era la “ricchezza abitativa” con la quale il pastore era costretto a spostarsi per pascolare il suo gregge. Quando la tenda di pelle, divenne tenda di argilla, cominciarono i guai per il popolo eletto. La tenda di pelle è la casa di Abele, la tenda di argilla è il condominio di Caino. 

   

La tendopoli 2924 desidera proporre ai giovani, in una società che continua a costruire tende di argilla, muri, bunker, trincee, una riflessione sulla speranza Sono profondamente convinto che se non recuperiamo la tenda di pelle, la tenda dell’incontro, delle relazioni vere, dell’amore disinteressato, la logica consumistica dei social, il fascino adulatorio di tok-tok ci condannerà a vivere soli e congelati, aspettando che si sciolga l’inquinato ghiacciolo del nostro io. 

In questa riflessione ci aiuteranno, Don Cristiano Marcucci che svilupperà il tema: “La vera speranza è incontrare l’amore”. Seguirà la testimonianza di don Maurizio Patriciello “ Inquietante cuore di speranza” che concretamente ci farà toccare con mano il faticoso e affascinate rischio di vivere la speranza. 

Nel pomeriggio il Prof. Lattanzi Lorenzo, ci indicherà quali vie percorrere per vivere nell’epoca dell’intelligenza artificiale, la speranza. 

Il secondo giorno Luciana Delle Donne ex manager bancaria di successo, ora anima, corpo e cervello della ONLUS «Made in Carcere», ci dirà come passare dal PIN al BIL

Ilenia Pietracalvina giornalista della Rai, che lavora per la Vita in Diretta, tratterà il tema: “Non tutto quello che luccica, è oro”.

Con Francesco verso il Giubileo 

Questa riflessione sulla speranza che la tendopoli propone ai giovani, prepara al giubileo del 2025 che ha per tema “PELELGRINI DI SPERANZA”, perché come afferma il Santo Padre con un coraggio profetico, anche se giornali, televisione, social, non mettono mai in evidenza: “Molti giovani sono ideologizzati, strumentalizzati e usati come carne da macello o come forza d’urto per distruggere, intimidire o ridicolizzare altri. E la cosa peggiore è che molti si trasformano in soggetti individualisti, nemici e diffidenti verso tutti, e diventano così facile preda di proposte disumanizzanti e dei piani distruttivi elaborati da gruppi politici o poteri economici”.

 Per quest’atteggiamento menzognero molti non credono più alla speranza. Scrive Federico Garcia Lorca “La più terribile delle sensazioni è la sensazione di aver perso la speranza” Questo è il problema di oggi. Sono molti i giovani che percepiscono, sulla loro indifesa pelle, che questa sensazione è molto diffusa, fa paura, terrorizza. Mi scriveva un giovane: “ Affossato nella palude della mia solitudine, non mi aspetto più nulla, solo spero, agganciato a sedile di un treno, che corre in discesa, sfrenato, aspettando la fine”. 

Nonostante questo pessimismo, papa Francesco afferma: “Sono convinto che la speranza è un rischio da correre”. E continua: Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé”.

E anche se: “Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità”, il santo padre spera che “il Giubileo Possa essere per tutti occasione di rianimare la speranza”.

Carissimi amici della Tendopoli, prendiamo la tenda, carichiamocela sulle spalle, mettiamoci in cammino, piantiamo l’accampamento della speranza. 

Francesco Cordeschi

 

DON CRISTIANO MARUCCI
Dice di sé: Sono appassionato da sempre del mondo spirituale, ma soprattutto della vita, con tutte le sfumature. Sono prete dal 2001. Attualmente parroco presso la Visitazione di Maria, in un quartiere popolare della periferia nord di Pescara, mia città natale. In precedenza, sono stato parroco a San Silvestro, un quartiere collinare della zona sud della mia città. Sono anche consulente familiare e coniugale, esperto di relazioni di coppia e familiari. Ho ricoperto il ruolo di direttore della pastorale familiare della diocesi per oltre dieci anni e dal 2008 sono presidente del Consultorio Familiare diocesano. Sono stato per otto anni membro del consiglio direttivo nazionale dell’UCIPEM, associazione nazionale dei consultori cristiani.

 

DON MAURIZIO PATRICELLO
Si presenta: “Sono solo un povero prete di periferia. Non ho mai toccato una pistola. Le mie armi sono il Vangelo e la preghiera.”

LUCIANA DELLE DONNE
leccese doc, ex manager bancaria di successo, è anima, corpo e cervello dell’
ONLUS «Made in Carcere» fondata tredici anni fa. Per lei, una quantità infinita di premi, culminati con l’inclusione nella rete Ashoka. Santo Versace sostiene Made in Carcere per la raccolta del 5×1000, ha devoluto al brand il ricavato di charity dinners e contribuisce con chilometri di tessuti. Perfino Papa Bergoglio ha messo al polso il braccialettino con la scritta «Non farti rubare la speranza».

ILENIA PETRACALVINA
è una 
giornalista Rai che lavora per la Vita in Diretta ed è stata inviata e corrispondente per altri famosi programmi tv. Lei stessa ha però svelato di essere molto credente e a La Vita in Diretta ha confessato di essersi convertita mentre si trovava a Lourdes e avrebbe avvertito la presenza della Madonna. Ha affermato “Accompagnai una mia amica per curiosità. Lì c’è stato l’incontro che è diventato conversione, che è diventato presenza di Maria nella mia vita. Mi ricordo quel momento come fosse adesso: eravamo nella grotta, pioveva ed era stranamente tutto abbastanza vuoto. Dovevamo partire, erano le 6 del mattino e io ho sentito Maria profondamente dentro di me”,.