Dal diario di P. Francesco
E mi ripeto com’è possibile, arrivi a Chivacoa e ti rendi conto che i tuoi ragazzi sono cresciuti. Sono stati capaci di organizzare una mini Tendopoli di due giorni, solo con l’entusiasmo e la creatività. Hanno organizzata la mensa per 60 giovani per due giorni, hanno cucito gli zainetti con le loro mani, hanno disegnato le magliette con creatività artigianale ed una coreografia per l’adorazione ed il deserto incredibile.
E mi ripeto com’é possibile che tanti giovani della Tendopoli lascino questa nazione, sono tanti sono troppi. Ascoltare un giovane che ti dice: ” vado in Cile a lavorare perché mia mamma è malata e non ha soldi per le medicine” non mi fa compassione ma rabbia. Ho pianto, abbracciando uno dei responsabili che mi diceva: “mi dispiace dover partire e lasciare il gruppo, ho paura che non riesca a restare unito.”
È triste questo esodo dei ragazzi che abbiamo formato. Tra questi c’era anche Manolo che è salito al cielo fuori da questa terra che mi e ci invita alla speranza. Nel suo ultimo messaggio audio che ho ascoltato ieri piangendo diceva: “io vado …e la strada si apre”.
Voglio raccontarvi un po com’è la situazione qui.
Questa ventiduesima Tendopoli si svolge in tre città diverse: Chivacoa, Pavia e oggi inizia a Valencia.
Certamente celebrare la Tendopoli in tre città diverse mortifica la condivisione dell’appartenenza, l’entusiasmo dello stare insieme, la visibilità della testimonianza ma è un’opportunità che costringe a guardarsi dentro, responsabilizzarsi e ad essere una concreta testimonianza di missionarietà nella parrocchia.
Quindi vedo positivamente questa scelta, è servita a conoscete meglio i ragazzi e a parlare con tutti, ho confessato tutti i ragazzi di Chivacoa e ho portato al Signore i loro tanti e non piccoli drammi. Anche a Pavia, dove erano presenti circa 80 giovani, aiutato dal P. Andres, passionista, li abbiamo aiutati a incontrarsi con la misericordia di Dio e a dare loro un po di gioia per i tanti problemi che vivono. A Pavia da mesi non si celebrava la Santa Messa e la partecipazione della gente è stata commovente.
Per dare una idea della situazione economica del Venezuela ecco alcuni esempi: un operaio medio guadagna meno di un milione di Bolivar che equivalgono a meno 4 euro. Un paio di scarpe normali costa un milione; un hamburger costa 250000 Bolivar, che equivalgono a circa un euro. Una gomma di una macchina può costare dai 10 ai 20 milioni di Bolivar. Una bottiglietta d’acqua costa 20.000 Bolivar, ma attenzione: la benzina costa un Bolivar a litro. Per esempio su una jeep con l’equivalente di una bottiglietta d’acqua si fanno 50 pieni di benzina Super, è chiaro che non si vive. Tutti i giovani sono stati e saranno per sempre riconoscenti per l’offerta che gli abbiamo donato .