Molto spesso i giovani vagano sul prato della vita senza meta, portando con loro scomodi compagni di viaggio. Il loro zaino è pieno di disagi, turbamenti, contraddizioni, instabilità… Vivono in uno stato di perenne incertezza, di confusione, di idee e di movimento, ciò provoca un malessere che li conduce a una profonda insoddisfazione.
Il grido del loro cuore chiede chiarezze, certezze, soluzioni appaganti al problema della vita. C’è nostalgia di qualcosa, ma soprattutto di Qualcuno. Nel frastuono di una società consumistica, che dice di godere del proprio tempo libero teso alla soddisfazione dei bisogni più immediati, questa voce è soffocata.
È possibile che nessuno ascolta?
Ci vorrebbe un grande cuore!
C’è il santo dei giovani di Abruzzo: S. Gabriele dell’Addolorata. Lui è sensibile alla richiesta di aiuto dei giovani. Il mezzo sono i suoi confratelli: i P. Passionisti, vestiti con una tonaca nera e con uno stemma a forma di cuore sopra di essa.
Finalmente si è trovato il cuore! Questi religiosi nascono dal più grande mistico del 700, S. Paolo della croce (1694-1775) che li indirizza verso una vita di povertà, castità, obbedienza e predicazione della Passione di Cristo nei paesi, nelle città, in tutti i luoghi dove si sente flebile quel grido di amore che ogni persona lancia.
La nostra storia
L’origine della Tendopoli non è segnata da un atto costitutivo ma come tutte le cose vissute, accadono mentre si vivono e fanno storia mentre si sviluppano. L’anno che segna l’inizio dell’esperienza è il 1980. Diversi fattori hanno favorito la nascita e la crescita della Tendopoli. Il terreno in cui l’esperienza ha posto le radici è stata la festa dei giovani al Santuario di S. Gabriele che si celebrava fin dal 1976, in un solo giorno.
Il secondo fattore determinante alla gestazione dell’esperienza, fu il servizio pastorale che P. Francesco Cordeschi aveva svolto nei primi anni di sacerdozio: le missioni al popolo.
Padre Francesco Cordeschi
In quegli anni si era venuta chiarendo in lui la convinzione, condivisa anche da altri confratelli, che accostare i giovani nei giorni delle missioni era abbastanza facile, come semplice era pure creare entusiasmo e attese. Ci si rendeva conto che molti parroci, seppur validissimi, non avevano possibilità concrete per continuare a seguire i giovani che si rivelavano durante la missione. Con il passare degli anni il problema si pose a livello di coscienza “fino a che punto è lecito suscitare aspettative se poi non si possono seguire i giovani?” Spesso si entrava in crisi di fronte alle domande di alcuni giovani: “Bella la missione ma ora che partite tutto torna come prima!”
Un terzo elemento che ha dato fisionomia alla Tendopoli sono state due esperienze vissute dal P. Francesco nel 1979 e nel 1980: il pellegrinaggio a Czestochowa e l’esperienza dei tre mesi in Palestina. Da queste due esperienze si percepì con molta chiarezza l’esigenza di impostare il lavoro con i giovani nella più assoluta precarietà e essenzialità, perché Dio si percepisce meglio nella dura lotta e nella fatica. La precarietà come deserto per recuperare la bontà del Signore diventerà l’anima dell’esperienza.