Cammino Tend 2017 – 2018: “Prosegui verso Damasco”

Carissimo giovane,

come ogni anno ecco il sussidio per il cammino formativo di questo anno. Il titolo che ho scelto è “Prosegui verso Damasco” perché , dopo la Tendopoli,  dove abbiamo riflettuto sulla figura di Paolo apostolo, penso che, ora siamo chiamati, come lui, a proseguire il viaggio, a cercare l’Anania, il maestro che ci possa indicare il percorso per arrivare a sperimentare Gesù.

Il “cammino” vuole essere uno strumento di lavoro con due concrete finalità: una personale per aiutarti a camminare e sperimentare la compagnia di Gesù; il secondo comunitario per camminare tutti insieme e crescere annualmente raggiungendo le stesse mete, con le stesse consapevolezze e responsabilità.

Ho elaborato questo itinerario attingendo ad alcune relazioni e meditazioni proposte negli anni passati ai responsabili. Troverai in esso tutta la vivacità e la responsabile fatica che Dio ci ha fatto percorrere in questi 37 anni. Probabilmente troverai qualche ripetizione nelle domande e nelle provocazioni, ma la peculiarità del sussidio risiede nella originalità e unicità della riflessione sulla teologia della “TENDA”

Come dico ogni anno, questo sussidio non è parola rivelata, è un umile e semplice strumento di lavoro, nel quale ho dislocato la mia povera esperienza di sacerdote e di Tendopolista. Quello che non mi stancherò mai di ripetere: il sussidio deve essere studiato e riflettuto sia personalmente che comunitariamente. Senza una attenzione e conseguentemente una accettazione ogni parola, anche quella della Bibbia, risulterebbe parola vuota, parola morta.

Ti chiedo di metterti davanti a questo strumento di lavoro con umiltà e semplicità. Non preoccuparti di incontrare il Signore lascia che sia lui a incontrare te. Poniti in ascolto lui ti parlerà per donarti quello che cerchi la gioia e la pace. Dio ci attira a sé perché è l’unico che parla al nostro cuore, ed è capace di restituirci quella luce che la cultura della società di oggi vuole oscurare facendoci desiderare e possedere, ma lasciandoci vuoti nel cuore.

E non dimenticare una prece per me.

P. Francesco Cordeschi

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