Riflessione aperta sul ritiro del G.T.Roma
Da bambino, dopo aver visitato la parrocchiale di Nomadelfia, mi chiesi cosa significasse mai quella magnifica esortazione che troneggiava sopra quel semplice altare di sughero… Forse perché mi è sempre rimasta questa curiosità, (e da oggi so che almeno nel mio gruppo c’è qualcuno che la condivide), la mia vita è stata, direi quasi istintivamente, una ricerca di unità, una speranza di comunità, una certezza di trovare prima o poi entrambe, magari nella stagione più verde e tenera della mia esistenza… e come pellegrino partii…
La vita è maestra di sé stessa… così si imparano ad accettare gli errori e le porte chiuse che presto o tardi si affacciano sul proprio entusiasmo… così credo sia andata anche per me…ma il desiderio di sentire, anche per un solo attimo, quella tangenza profonda tra anime, piena dell’intento creatore di grazia, proprio nell’incontro, pulsava dentro la mia mente…
Dovevo dissetarmi… “affinché siano una cosa sola” …e continuavo a ripetermelo… camminavo e ripetevo…
Come viaggiatore errante ho cercato… e non ho trovato… c’era qualcosa che non andava…la faccenda iniziava a puzzarmi di fallimento…non ne valeva la pena…forse un giorno qualcuno o qualcosa avrebbe trovato me e, nel segreto, avrebbe sottratto la mia persona a quell’inutile rantolo… come se la risposta ai miei problemi venisse da un’unità che fosse, lei per prima, alla mia ricerca…
Ci fu un momento speciale in tutto questo rimuginare… un momento che mi fece capire la grandezza di un vero incontro… un momento che aprì in me pagine di vita… la scoperta che Qualcuno già mi aveva cercato… che continuava a rincorrermi nei meandri del mio folle presente… nel segreto, così come pensavo…
Tutto riacquistò il senso e lo scopo, tutto iniziò a funzionare… perché avevo incontrato… perché ero stato trovato… mi sentivo importante per Colui che aveva già scritto il mio nome nel firmamento celeste… accanto al Suo… e a quello di tutti gli uomini… E per la prima volta sperimentai il sapore dell’accoglienza che dà unità indissolubile nel Suo Cuore… “affinché siano una cosa sola”…
Il sale che il Signore ha posto in me e negli incontri che ho avuto in seguito è stato sempre fertile stimolo per la mia fede… così come in quest’ultimo, sull’Argentario, dove il gruppo tend di Roma si è “ritirato”.
– Ricorda Stefano, il frutto arriva sempre dopo un’accurata potatura…
Carissimo e rimpianto nonno… come gli stava a cuore questo concetto…metafora della sua e chissà di quante altre vite… ma anche di un’autentica esperienza di fede come quella a cui è stato chiamato il gruppo lungo questi anni…
Dopo l’esperienza di duro deserto, dove vedendo quell’infinita distesa di sabbia per la prima volta ti accorgi di quella che vive e abita la tua tenda… dopo aver creduto, anche nella notte delle coscienze, che tutto avrebbe avuto un senso, che tutto sarebbe poi servito… come goccia che scava la pietra siamo andati avanti… ci siamo fatti forza… attingendone dai nostri limiti offerti sull’altare di Colui che, solo, ha il potere di renderli linfa vitale per nuove sfide… il gruppo aveva bisogno di crescere nella fortezza… di crescere nella solitudine… di crescere nella preghiera vigile… come sentinella che veglia sotto la luce calda di quelle poche stelle che sembrano esortarla a proseguire fino al mattino…
“Apri il tuo cuore al Signore e lascia che Egli operi liberamente…” …così partì la nostra avventura… e il Signore operava nel deserto… il Signore fortificava nella Preghiera l’aridità della nostra terra… proprio quando vivevamo i periodi più viola del nostro tempo… proprio quando pensavamo che il momento fosse inadatto per apprendere… proprio quando ci sembrava di non meritarci nulla Egli ci cercava… convertendo il fallimento in un momento di salvezza… convertendo la notte in principio di luce… la fine era come nuova partenza…
Sull’Argentario il Signore ci ha fatto assaporare una piccola vittoria… il buio dell’errore non ha sconfitto la fragilità delle nostre testimonianze…perché questo siamo stati successivamente chiamati a fare affinché la Sua Mano sul gruppo potesse generare altro prezioso frutto… strumenti nelle mani di Dio… testimoni del suo Amore…
Ed ecco che nella sua primitiva bellezza, dalla roccia del deserto, è spuntato un fiore… bellissimo… tenerissimo… che oggi sta aprendo al mondo la sua vita piena di tanti colori e profumi… come tante sono le persone che lo compongono… Grazie Signore Gesù per tutte le membra indispensabili di questo tuo gruppo, persone che amano, persone che hanno sperimentato la tua Unità e la tua Pace!
Devo dire che la cosa più bella per me oggi è stata quella di ripercorrere un po’ la storia di questo gruppo… che è passato dall’isolamento del pellegrino errante, dall’esperienza della sentinella nel deserto della vita, alla manifestazione della testimonianza di Gesù… unico vero amante e amato di questa storia d’unità…
Signore Gesù,
Principe della Pace e Signore dell’Unità,
donaci sempre la grazia di operare nel tuo Nome,
di riscoprire il valore del cammino compiuto,
di vedere in esso la nostra storia con Te,
di ringraziare per tutto questo,
di sorridere nei sorrisi che ci regalerai,
di consolare le lacrime che incontreremo,
perché Tu ci hai chiamati a volare
nel cielo degli uomini liberi…
…”ut unum sint”…
Vi voglio veramente bene amici miei…
Ponch