Voi chi dite che io sia?
Dopo il tempo Pasquale e le grandi Solennità il ciclo liturgico tornato al tempo ordinario ci mette davanti un brano di grande intensità che pone a tutti i credente un forte interrogativo : PER ME, CHI E' GESU' ? COSA SIGNIFICA NELLA MIA VITA LA SUA MORTE E RESURREZIONE ?
Questa grande domanda che la liturgia ci pone alla fine del tempo pasquale, in cui abbiamo celebrato prima la passione di Gesù e quindi la sua gloriosa resurrezione, serve per farci riflettere e farci prendere coscienza del significato profondo dell' essere seguaci di Cristo.
I seguaci del Cristo sono quegli uomini e quelle donne che in forza del loro battesimo, sono chiamati a prendere ogni giorno la propria croce e con forza, dignità e amore a porsi alla sequela di Gesù Cristo.
Quando nel nostro cuore e nella nostra vita riusciremo a rispondere alla domanda posta ai primi discepoli : ma voi chi dite che io sia? , come Pietro: " IL CRISTO DI DIO " , allora potremo essere certi di essere sulla strada giusta, sullo stesso sentiero di Gesù, quello che porta alla pienezza della vita, sia in questa che nell'altra.
Pienezza che si esprime nel testimoniare l'amore di Dio in noi attraverso gesti concreti di fraternità, di carità e di perdono, poiché la croce e la resurrezione creano una profonda fraternità tra gli esseri umani e li guadagna al dono della figliolanza divina.
Dare testimonianza al Signore significa accettare di pagare il prezzo di essere discepoli : Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà".
Essenzialmente l'atto di fede vero e profondo consiste in questo: credere anzitutto che da noi non ci salviamo; nonostante il nostro arrampicarci sui vetri, alla fine la morte ci schiaccia! Credere che la salvezza è dono di Dio e non una nostra conquista.
In pratica agire come se tutto dipendesse da noi, ma con la consapevolezza che tutto dipende da LUI.
Noi siamo, come usa dire la Bibbia, tra GRAZIA E MISERICORDIA. La vita cristiana autentica è coscienza di essere prima enormemente gratificati da Dio (la vita quindi deve essere EUCARISTIA); e poi generosamente e immeritatamente perdonati. Per cui l'unica cosa seria da fare è "perdersi" per Lui, cioè in Lui. Arrendersi al suo Amore!
Riccardo
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PILLOLE DI SAGGEZZA :
Il vero amore non cerca la ricompensa, ma la merita.
La ricompensa delle tue opere é che Dio le conosca e sappia che pensi a Lui mentre le compi.