La domenica della gioia… Continua la nostra riflessione sull’Avvento partendo dal vangelo della domenica… ricordate sempre di gioire nell’attesa di Cristo che viene!
gioire
Dal vangelo di luca (Lc 3, 15-18)
15Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: Costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile». 18Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.
Luca ripropone la figura di Giovanni Battista, ma per avvicinare la figura di Gesù. Giovanni Battista annuncia, al popolo che è in attesa, la buona novella: la venuta di “uno che è più forte” e che battezzerà “in Spirito Santo e fuoco”. Colui che l’umanità attende da sempre, che la salverà dal potere che la teneva schiava e la santificherà nell’amore. Notizia di gioia e di salvezza, incontro col Cristo che dev’essere non solo atteso, ma preparato.
Il Regno di Dio è proprio come una piantina tra le nostre mani. Forse è ancora solamente un seme ma a poco a poco lo vediamo germogliare in tutti i segni di vita che ci sono attorno a noi. Quante persone sanno essere luce per chi non vede! Quante diventano sostegno per chi zoppica, quanti portano guarigione dalle malattie della tristezza e dell’odio, quanti sanno dar voce a chi non ha voce e ascoltare il grido dei poveri. Per tutto questo rallegriamoci e facciamo vedere la nostra gioia: il Signore è in mezzo a noi, non possiamo non esplodere di felicità!
Le mani aperte sono il gesto che esprime l’attesa, l’invocazione. Apriamo perciò ora le nostre mani davanti al Signore.
Sta a mani aperte chi è povero. Le nostre mani vuote questa sera sono il segno del nostro immenso bisogno di amore: abbiamo fame e sete di amare ed essere amati. Vogliamo chiedere al Padre che riempia le nostre mani vuote, sazi, almeno un poco, la nostra fame e sete di amore. Vieni tra noi, Signore Gesù.
Sta a mani aperte chi vuole offrire qualcosa. Offriamo la ricchezza della nostra umanità. Dio ci ha fatti unici, nessuno ha un volto… ed un cuore identico al nostro. Gli offriamo la nostra capacità di provare gioia e dolore, stupirci, soffrire, sognare, sperare, credere e amare. Vieni tra noi, Signore Gesù.
Sta a mani aperte chi ormai si è arreso. Non abbiamo più nulla da difendere davanti a Dio, possiamo far cadere le nostre barriere, sciogliere la durezza del cuore. Questa sera possiamo anche piangere, davanti al Signore, se lo vogliamo. Non abbiamo più paura della nostra vulnerabilità, della nostra debolezza, perché anche Dio, in Gesù, è stato debole e vulnerabile. Vieni tra noi, Signore Gesù.
Apre le sue mani chi si fa accogliente. Come la madre, quando distende le braccia e apre le sue mani per accogliere il bambino che le corre incontro, possiamo darci il diritto di distendere le nostre braccia, aprire le mani ed accogliere il Signore che ci viene incontro. Vieni tra noi, Signore Gesù.
ciao dal vostro braciola
La domenica della gioia… Continua la nostra riflessione sull’Avvento partendo dal vangelo della domenica… ricordate sempre di gioire nell’attesa di Cristo che viene!
gioire
dal vangelo di luca (Lc 3, 15-18)
15Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: Costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile». 18Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.
Luca ripropone la figura di Giovanni Battista, ma per avvicinare la figura di Gesù.
Giovanni Battista annuncia, al popolo che è in attesa, la buona novella: la venuta di “uno che è più forte” e che battezzerà “in Spirito Santo e fuoco”. Colui che l’umanità attende da sempre, che la salverà dal potere che la teneva schiava e la santificherà nell’amore. Notizia di gioia e di salvezza, incontro col Cristo che dev’essere non solo atteso, ma preparato.
Il Regno di Dio è proprio come una piantina tra le nostre mani. Forse è ancora solamente un seme ma a poco a poco lo vediamo germogliare in tutti i segni di vita che ci sono attorno a noi. Quante persone sanno essere luce per chi non vede! Quante diventano sostegno per chi zoppica, quanti portano guarigione dalle malattie della tristezza e dell’odio, quanti sanno dar voce a chi non ha voce e ascoltare il grido dei poveri. Per tutto questo rallegriamoci e facciamo vedere la nostra gioia: il Signore è in mezzo a noi, non possiamo non esplodere di felicità!
Le mani aperte sono il gesto che esprime l’attesa, l’invocazione. Apriamo perciò ora le nostre mani davanti al Signore.
Sta a mani aperte chi è povero. Le nostre mani vuote questa sera sono il segno del nostro immenso bisogno di amore: abbiamo fame e sete di amare ed essere amati. Vogliamo chiedere al Padre che riempia le nostre mani vuote, sazi, almeno un poco, la nostra fame e sete di amore.
Vieni tra noi, Signore Gesù.
Sta a mani aperte chi vuole offrire qualcosa. Offriamo la ricchezza della nostra umanità. Dio ci ha fatti unici, nessuno ha un volto… ed un cuore identico al nostro. Gli offriamo la nostra capacità di provare gioia e dolore, stupirci, soffrire, sognare, sperare, credere e amare.
Vieni tra noi, Signore Gesù.
Sta a mani aperte chi ormai si è arreso. Non abbiamo più nulla da difendere davanti a Dio, possiamo far cadere le nostre barriere, sciogliere la durezza del cuore. Questa sera possiamo anche piangere, davanti al Signore, se lo vogliamo. Non abbiamo più paura della nostra vulnerabilità, della nostra debolezza, perché anche Dio, in Gesù, è stato debole e vulnerabile.
Vieni tra noi, Signore Gesù.
Apre le sue mani chi si fa accogliente. Come la madre, quando distende le braccia e apre le sue mani per accogliere il bambino che le corre incontro, possiamo darci il diritto di distendere le nostre braccia, aprire le mani ed accogliere il Signore che ci viene incontro.
Vieni tra noi, Signore Gesù.
ciao dal vostro braciola