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NON VI POTE’ OPERARE NESSUN PRODIGIO. E SI MERAVIGLIAVA DELLA LORO INCREDULITA’.
Gesù si meravigliava, nel senso che non si capacitava della loro incredulità, di come i suoi concittadini potessero essere così insensibili di fronte alle sue opere e alla sua sapienza. Gesù sicuramente è dispiaciuto nel trovarsi impossibilitato a operare guarigioni, a far comprendere anche ai suoi concittadini, amici e compagni di gioco di un tempo, che finalmente è arrivata la salvezza, che il Messia atteso da tante generazioni è finalmente arrivato.
Certo rimanevano stupiti, ma non capivano, non riuscivano a credere a quello che per loro era e continuava ad essere il carpentiere.
Non riuscivano a vedere oltre, non si sforzavano di guardare avanti, rimanevano ancorati ai preconcetti, ai pregiudizi. Quello che loro pensavano di sapere, era di impedimento allo scoprire cosa ci fosse realmente in quell’uomo, in quel Gesù che loro conoscevano o credevano di conoscere.
Quante volte è capitato anche a noi di rimanere “ancorati” ai nostri preconcetti, ai nostri giudizi pre-formulati , e non volerne sapere di cambiarli.
Perché tanta è la comodità nell’avere tutto bello e catalogato, senza scosse e senza disturbi, finché non arriva qualcosa o qualcuno che ci interpella, che ci fa riflettere. E noi ?
Noi, come ci poniamo in queste situazioni ? Siamo così liberi da noi stessi, dai nostri condizionamenti, da riuscire a metterci in discussione, o siamo così vili, così comodi, da non volerci mettere in discussione ?
Quando Gesù ci interpella, cosa rispondiamo ?
Quando ci dice di perdonare, di amare il nostro nemico, di essere misericordiosi, di porgere l’altra guancia, cosa gli rispondiamo ? Cominciamo a fare dei distinguo, si, ma forse, però, o cominciamo a prendere seriamente le esigenze del cristianesimo?
Dobbiamo metterci in testa che seguire Gesù Cristo, non è una barzelletta, o una cosa che ci possiamo aggiustare ogni volta che non ci è gradita o comoda .
La fede in Cristo pretende la sua sequela, pretende che ogni giorno prendiamo la nostra croce e ci mettiamo dietro i suoi passi, pretende, quanto meno lo sforzo di adeguarsi alle esigenze delle beatitudini: beati i poveri in spirito, i puri di cuore, i misericordiosi, i giusti, i pacifici….. Pretende quanto meno che ci mettiamo in ginocchio per dire : Signore, la mia fede è debole, la mia forza è poca, la mia volontà è fragile, AIUTAMI TU, GESU’ , MIO SIGNORE E MIO DIO.
RICCARDO
PILLOLE DI SAGGEZZA:
Beati coloro che soffrono per la loro incredulità (L. EVELY).
La fede, per amare Dio nell'oscurità, basta J. B. BOUSSET).