In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.

PREGA
Gesù oggi la tua Parola narra un amore tradito. Il banchetto “senza vino” racconta, in metafora, la crisi dell’amore tra Dio e l’umanità: “Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle. Egli l’aveva vangata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato scelte viti; vi aveva costruito in mezzo una torre e scavato anche un tino. Egli aspettò che producesse uva, ma essa fece uva selvatica. Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna, che io non abbia fatto?”.
Gesù, ti risponde Tua mamma: “ Non hanno più vino, non vedi? Apri gli occhi, muoviti!” Tu Gesù cerchi di rimandare: “Non è ancora giunta la mia ora”. Lei non molla; “Fate quello che Lui vi dirà”. E’ il nuovo inizio, è l’invito al vitale banchetto. Ti partorisce di nuovo”. E Tu, Gesù vieni allo scoperto: “Riempite d’acqua le anfore e… attingete e portate”.
L’acqua diventa vino. L’uva non è più acerba. L’amato ha raggiunto l’amata, è festa. “Io sono la vite voi i tralci”. E’ stupendo Gesù, io sono il grappolo d’uva del tuo amore; il vino nuovo lo facciamo insieme, nel misterioso torchio del travaglio quotidiano della vita.