Sabato 13 e domenica 14 gennaio 2018 presso il Santuario di San Gabriele dell’Addolorata si è svolto il 62° incontro responsabili della Tendopoli. Questo ritiro, oltre ad aver rappresentato un momento di preghiera e gioia, è stato fondamentale per l’elezione del nuovo consiglio direttivo che resterà in carica nei prossimi cinque anni.
Di seguito la composizione del nuovo consiglio direttivo:
Presidente: Venanzio Pennesi
Vicepresidente: Sara Canarecci
Tesoriere: Jessica Biondi
Segretario: Riccardo Biondi
Consiglieri: Giovanna Iezzi e Franco Valenti
“Per un’altra via” Questa è stata la frase ricorrente in questi due giorni di incontro responsabili della Tendopoli,svoltasi ai piedi del Gran Sasso. Di quale via parli Signore? Che cosa significa? Io cosa devo fare? In questo ultimo periodo in cui i miei piedi erano stanchi di camminare, le mie mani di accarezzare ed il mio cuore di amare, Tu, Maestro di vita, hai sempre camminato al mio fianco,guardandomi per non farmi cadere. “Lasciatevi guardare dal Signore, è un modo di pregare anche quello. Lui ci è vicino e ci vuole bene” dice Papa Francesco. Ho cercato di fare del mio meglio,nel momento di adorazione nella calda e accogliente cappellina che ospitava il Santissimo Sacramento. “ Eccomi Signore , sono qui davanti a te,per una volta vorrei che fossi tu a guardarmi e non io a parlarti perché tu sai tutto di me. Scaldami il cuore e indicami la via giusta da seguire” Subito mi balza agli occhi una frase: “ Ripartire da Cristo significa aiutarlo a uscire da sé per andare incontro all’altro” (Papa Francesco) Più ci si unisce a Gesù in modo da farlo essere il centro della nostra vita e Più Lui ci fa uscire da noi stessi, ci decentra e ci apre all’altro. Mai insegnamento Più grande poteva toccarmi così nel profondo. “Ti chiedo perdono Signore per tutte quelle volte in cui non ti ho posto al centro della mia vita, per quelle volte in cui ho pensato di fare tutto da sola,allontanandomi dagli altri” In questi giorni di ritiro ho compreso che bisogna sempre “ uscire da sé stessi per amare, per TESTIMONIARE Gesù” Non bisogna rimanere fermi perché ci sentiamo stanchi o non Più adatti ma bisogna “scavare nell’intimo del nostro io per poter andare con Lui nelle periferie della nostra esistenza e donarci completamente agli altri” Il compito della Tendopoli non è proprio questo? Creare spazi di preghiera e di riconciliazione per formare la comunità e nella comunità. Grazie Signore Gesù perché dilati la mia Tenda con il tuo amore. Buon cammino!
Lorena
“Fissando lo sguardo su di lui, lo amò”. Voglio iniziare con questa frase questa mia testimonianza dell’Incontro Responsabili che si è tenuto a San Gabriele lo scorso 13 e 14 gennaio. Voglio iniziare con questa frase perché, a mio avviso, è un po’ il filo conduttore dell’incontro, nonché un promemoria per la Tendopoli e anche per me personalmente. Come spesso ci dice P. Francesco, il nostro cammino nella e con la Tendopoli è come i 40 nel deserto che il Signore fece fare ad Israele, per umiliarlo e metterlo alla prova, per vedere quello che avevano nel cuore. Però, cosa significa camminare nel deserto per lungo tempo? Cosa si prova? Quando si pensa al deserto si pensa al caldo asfissiante, alla fatica, alla sete. Ma dopo di questo c’è dell’altro; c’è cambiamento. Il deserto è in continuo mutamento: il vento e le tempeste modificano il profilo delle dune, cancellano i sentieri. E per quanto ci si può riparare ed organizzare, non possiamo impedire che il panorama sia cambiato dagli eventi. Questa è la “parte brutta” di camminare nel deserto: vedere gli sforzi fatti durante il giorno cancellati dal vento, il gran caldo che tanto pesava durante il cammino ha lasciato posto ad una notte gelida, che fa sentire soli; sembra quasi di non aver fatto niente o che tutto sia stato inutile; umanamente, è naturale sentirsi un po’ rassegnati di fronte a questo spettacolo. Questo forse è quello che percepisco io e forse è anche quello che provano persone che hanno dedicato tutta la loro vita alla Tendopoli (due nomi su tutti, Franco e Gigia), quando si girano per vedere il cammino fatto. A volte mi capita di pensare: “se è avvilente e doloroso per me, che da soli 16 anni cammino nel deserto con la Tendopoli, vedere il numero dei tendopolisti scendere, sentire persone sconfortate, quasi rassegnate, chissà come devono sentirsi Franco, Gigia, P.Francesco, che ormai da quasi quarant’anni tentano di tenere la rotta e guidarci nel cammino”. E, sicuramente, lo stesso sentimento di sconforto e rassegnazione lo provarono gli ebrei durante il loro esodo; ma loro non erano soli; il Signore era con loro, li precedeva, guidava i loro passi, dava loro ristoro e conforto. Ed è quello che anche noi dobbiamo ricordare: quando guardando la realtà che ci circonda ci sentiamo stanchi, abbandonati, ci facciamo prendere dalla rassegnazione, dobbiamo ricordarci che è il Signore a guidare i nostri passi, è il Signore che ci fa strada tra le dune della storia, è il Signore che ci da ristoro quando ne abbiamo bisogno, è il Signore che ci tiene al caldo nelle gelide notti delle nostre esistenze. Perché? Perché, fissando lo sguardo su di noi, ci ha amati, ci ama e continuerà ad amarci, perché mai allontanerà lo sguardo da noi, mai ci perderà di vista. Perciò, coraggio Tendopolisti. Ora forse vediamo tutto buio intorno a noi, ma ricordiamoci delle parole di San Paolo “la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino” (Romani 13, 11-12). SPERIAMO NEL SIGNORE! E questo è anche quello che il Signore mi ha fatto capire in questi giorni: “Anche se ti senti solo, abbandonato, stanco, anche se ti sembra di restare fermo, di non fare progressi, anche se ti senti rassegnato, Io sono qui, che ti fisso e ti amo, e non ti lascerò solo”.
Tommaso
Questi due giorni trascorsi al santuario di San Gabriele dell’Addolorata, nello stesso luogo in cui si svolge la Tendopoli, rappresentano un ritorno nei posti che caratterizzano la nostra spiritualità, dove si rivedono volti amici e si prende un po’ di tempo per sé. Il nostro cammino di fede è incentrato sull’evento della Tendopoli ma, nel corso dell’anno, non devono mancare gli incontri settimanali di preghiera con il gruppo e i ritiri che rappresentano un’occasione per una verifica generale del proprio percorso di fede e per permetterci di staccare, anche solo per 48 ore, dal tran-tran quotidiano. La prima riflessione, che porterò con me da questo ritiro, è scaturita durante il deserto del sabato pomeriggio. Guardare il tabernacolo, Gesù, e lasciarsi guardare dovrebbe caratterizzare tutta la nostra vita; è un invito a trovare il tempo per stare con il Signore, a tu per tu, per farci scaldare il cuore con il suo amore. Infatti, come ha scritto papa Francesco: “Se nel nostro cuore non c’è calore di Dio, del suo amore, della sua tenerezza, come possiamo noi, poveri peccatori, riscaldare il cuore degli altri?” e diventare quindi suoi testimoni, missionari di fede? La seconda riflessione che vorrei aggiungere riguarda una frase emersa più volte durante la relazione di Padre Francesco di domenica mattina: “per un’altra via, fecero ritorno”. Questa espressione è riferita ai magi dopo la loro visita ad un bambino avvolto in fasce. L’incontro con Gesù cambia la nostra vita, ci apre nuove strade. Non tutte saranno quelle che vogliamo e che abbiamo in mente ma sicuramente, con la luce della fede, si dimostreranno le più adatte alle necessità della nostra vita, anche se nell’ immediato potremmo essere assaliti da dubbi e da timori. Non dimentichiamoci mai che Dio rimane fedele e guida i nostri passi. Sempre!
Silvia