MESSAGGIO E SALUTI alla Famiglia Passionista
IN OCCASIONE DELLA FESTA DI SAN PAOLO DELLA CROCE 2016
Cari fratelli, sorelle e amici della Famiglia Passionista,
Giunga a voi il mio saluto a motivo della grazia di Gesù Cristo che ci è stata data per mezzo della sua Passione!
Mentre ci prepariamo a celebrare la festa del nostro santo Fondatore, san Paolo della Croce, il 19 ottobre, è in corso, presso la Casa generalizia, un importante raduno dei nostri “Formatori”. Circa 30 Passionisti professi, provenienti da tutta la Congregazione e impegnati nell’ambito della formazione alla vita religiosa, stanno partecipando ad un Corso di tre settimane per Formatori, organizzato dalla Segreteria della Congregazione per la Formazione. Desidero, quindi, con questo messaggio, porre l’attenzione sull’importanza della formazione permanente nella nostra vita passionista.
Non c’è dubbio che i formatori partecipanti a questo Corso beneficeranno di tante informazioni preziose per un arricchimento personale e per lo svolgimento del loro lavoro. Tuttavia, ho espresso la speranza che il focus di questo Corso non riguardi innanzitutto le informazioni o la ricerca di metodologie e formule per “fare” formazione, piuttosto la formazione del formatore: ascoltare e rispondere alla Parola di Dio (Gesù) e permettere che la Parola produca conversione (rinnovo)… ritornare a Gesù e al Regno di Dio. È necessario che il formatore sia più in sintonia con il proprio vero sé e in sintonia con la mente dello Spirito Santo, il Vero Formatore.
Nell’esprimere la mia speranza a coloro che sono direttamente impegnati nel “campo della formazione” voglio anche ricordare che tutti e ciascuno (religiosi e laici della Famiglia Passionista) abbiamo la responsabilità di dare una vera testimonianza della nostra vita e missione a coloro che si sentono attratti dal carisma passionista.
Il paragrafo 79 delle nostre Costituzioni afferma che:
tutti siamo responsabili della vitalità e dello sviluppo della Congregazione. La fedeltà al carisma di san Paolo della Croce, attuata in una vita fervidamente operosa, animata da gioia interiore e sostenuta dalla fraterna collaborazione della comunità, costituisce l’invito più efficace per i giovani desiderosi di abbracciare la vita passionista.
La nostra formazione deve preoccuparsi di prestare attenzione alla crescita della persona nella sua totalità: fisica, emotiva, psicologica, spirituale, sessuale…a cominciare da se stessi. Bisogna diventare completi, diventando più umani.
Nel celebrare quest’anno la festa di san Paolo della Croce, nella misura in cui riflettiamo sulla sua visione della storia e sull’attuale situazione del mondo, propongo di servirci degli aiuti a nostra disposizione per ‘riaccendere il fuoco’ della nostra vocazione passionista. Cerchiamo di ritrovare di nuovo la gioia e l’entusiasmo di quel fervore originario che abbiamo sperimentato quando ci siamo impegnati (sia per la professione religiosa o per le promesse) pieni di speranza per un cammino con Cristo. Che si possa essere sempre più forti nella convinzione di accogliere Gesù – Crocifisso e Risorto – come centro e fondamento della nostra vita e delle nostre azioni.
Succede che nella vita di tutti i giorni la nostra vocazione passionista e l’esercizio della nostra missione possono diventare un po’ superficiali e monotoni. Rischiamo di essere influenzati e sedotti da ciò che il mondo offre, fino a perdere di vista i valori fondamentali della nostra vita: la preghiera, il silenzio, la solitudine, il sacrificio, la preoccupazione per i poveri, la ricerca della giustizia, la promozione della pace e della riconciliazione e la ragione d’essere della nostra Congregazione: l’annuncio del Dio Amore e misericordioso reso manifesto nella Passione di Gesù Cristo.
La sfida a ‘riaccendere il fuoco’ riguarda particolarmente coloro che, tra noi Passionisti, sono chiamati alla vita religiosa. Una volta acceso il fuoco dentro di noi, può succedere che venga ridotto ad alcuni pezzi fumanti di legno e carboni coperti di cenere. Ma le ceneri calde hanno ancora la vita … il fuoco non si è spento. Con qualche pezzo di legno in più, un soffio d’aria, il fuoco può di nuovo diventare fiamma. Ma se lasciamo che il fuoco si spenga, il cuore si indurisce, la nostra mente si annebbia, il nostro corpo si appesantisce e, infine, la nostra anima muore!
Permettetemi di incoraggiarci a fare tesoro, nella nostra vita quotidiana, del dono della vocazione passionista, preservando le energie spirituali, evitando di diventare tiepidi, e, attraverso un rinnovamento, proiettare la vita religiosa passionista nel futuro per coloro che verranno dopo di noi.
La nostra responsabilità è ora quella di non permettere che i carboni si spengano. Qualcuno ha detto: “Quello che sono ora, la vita religiosa sarà ora. Quello che sono ora, la vita religiosa sarà nel futuro”. È un pensiero su cui riflettere!
La vita religiosa passionista non morirà in futuro a meno che non sia già morta oggi nel religioso passionista. Ognuno di noi è portatore di quella fiamma per coloro che ci seguiranno. Spetta a ciascuno di noi conservare le ceneri calde, per aprirle a ventaglio nel fuoco. Quando i giovani in formazione, i nuovi membri, e le persone alla ricerca di un senso e di una speranza chiedono quel fuoco spirituale che è tra noi, non devono trovare le ceneri spente.
Per intercessione di San Paolo della Croce, siate ‘una memoria viva’ della Passione di Gesù, che rifletta l’amore e la misericordia di Dio nei vostri pensieri, parole e azioni nelle vostre comunità, famiglie, quartieri e luoghi di lavoro.
“In questo Anno Giubilare della Misericordia, il nostro libero abbraccio all’impotenza di Gesù può essere trasformato nel più potente veicolo dell’amore di Dio. Mentre i politici gridano l’un l’altro, i terroristi proclamano il loro messaggio uccidendo donne e bambini, le celebrità manifestano il loro status e la loro fortuna attraverso chiacchiere senza senso e immagini sui social media, i cristiani (Passionisti) possono, attraverso le azioni e gli atti di misericordia, esercitare l’ultimo potere sulle persone e sulle situazioni senza speranza: il potere di risorgere, di portare vita dove c’è morte”.
P. James Gibson: Il potere e l’impotenza della Misericordia
Felice giorno di festa!!!
p. Joachim Rego
Superiore Generale
19 ottobre 2016